E' suonata la sveglia almeno 5 volte. Anche lo snooze si è stancato di ripetersi ormai.
Quindi inevitabilmente apro gli occhi.
Il primo pensiero: sono già in ritardo.
Il secondo pensiero: tra poco sarò in ufficio e verrò travolta dalla valanga di cose da fare, finirò nel vortice di eventi per venirne risputata fuori tutta masticata come un vecchio chewing-gum (quindi indurita e completamente priva di sapore) solo a tarda serata.
Più di due pensieri consecutivi poi non riesco a farli, e il corpo prende il sopravvento con i suoi bisogni primari. Mi alzo e passo da un piacevole e comodo letto, alla ciambella del cesso. Il passaggio è traumatico.
Espletate le funzioni corporee primarie (la numero e la numero 2), infilo sotto la doccia bollente nel tentativo di liquefarmi (vedi post di un po' di tempo fa). Ed ecco l'altra delusione: non succede MAI. E quindi sono costretta ad uscire dal box, vestirmi, truccarmi. Rendermi presentabile.
E vi garantisco che è un'operazione ogni giorno più umiliante. Quanto era bello il tempo in cui il mio volto giovane non aveva bisogno di niente, era illuminato di luce propria. Oggi con il make-up devo star attenta a mettere dei punti luce dove c'è da valorizzare, e creare zone d'ombra dove c'è da nascondere. Non ho un viso, ho un monolocale male arredato.
E tutto questo con ancora in testa, costante leit motiv di questi momenti, il secondo pensiero fatto appena sveglia.
Sono lontani i tempi in cui mi svegliavo con la voglia di fare (fare cosa, a voi la libera interpretazione). Anche perché di solito mi svegliavo tardi, di buon umore, e se ero stata brava la sera prima, nel letto c'era anche di che renderlo migliore.
Tutto questo per dirvi: buongiorno un cazzo. Ecco.
quanta verità...
RispondiEliminacome ti capisco, non sai quanto!
RispondiEliminanfilo sotto la doccia bollente nel tentativo di liquefarmi . Ed ecco l'altra delusione: non succede MAI.
RispondiEliminaPrafa,Prafa!
Gallo
Sei quel Gallo lì? Davvero?
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