lunedì 5 novembre 2012

L'amministratrice

Allora, 
non credevo ci fosse tanto spazio, ma evidentemente mi sbagliavo. Io tante personalità così non credevo di riuscire a contenerle. Ma dal momento che ci siete e sembrate aver trovato un vostro modo di coesistere, tra l'altro senza interpellarmi, ho deciso di impartire almeno alcune regole di condominio:
  • Prima di tutto, ognuna di voi deve avere un nome, e il nome lo decido io;
  • Si accettano nuove inquiline solo all'unanimità delle abitanti preesistenti;
  • Quando una prende il sopravvento, le altre tacciono, o al massimo assecondano; non voglio confusione con due o tre che parlano contemporaneamente;
  • Chi fa le zozzerie, dopo deve pulire;
  • Non si fanno promesse;
  • Le decisioni si prendono previa riunione di condominio, e si va alle votazioni, siamo in uno stato di democrazia, vince la maggioranza;
  • Se qualcuna di voi è indagata, se ne deve andare;
  • A nessuna, nemmeno la peggiore, è comunque consentito non rispettare leggi in vigore là fuori;
  • La prima che manca di rispetto alle altre, è fuori;
  • COMANDO IO.
Adesso che il regolamento è stato messo nero su bianco, potremmo iniziare con le presentazioni. Ad ogni riunione di condominio, una di voi avrà modo di presentarsi e parlare un po' di sé.
Per oggi accontentiamoci di non aver concluso la prima riunione di condominio con una rissa.



martedì 5 giugno 2012

Si ride per non morire.

Sono seduti in fondo. Sono in 3.
Mani da contadino, pantaloni tenuti su con la corda per legare i pioli della scala del pollaio, camicia "bòna", quella delle occasioni, berrettino rubato probabilmente al nipote appoggiato sulle gambe, perché in chiesa il cappello si toglie.

La loro maestria è degna di un gruppetto di ragazzini delle elementari, quelli dell'ultimo banco.

- "Parola del Signore"
E la platea all'unisono inizia la tiritera.
Nel brusio generale, dalla quasi totale immobilità, si scatenano improvvisamente in una fitta successione di battute, prese in giro, buffetti, risatine, occhiatacce e spintarelle. Il tutto dura pochi secondi. La platea si zittisce.  Solo la voce amplificata del prete prosegue e rimbomba tra le volte di quella pieve romanica, e loro tornano allo stato di sentita mestizia iniziale.
Altra parte corale, che dura sì e no 2 secondi, e la scena si ripete riprendendo esattamente da dove l'avevano interrotta. Sono sorpresa della loro capacità di non perdere il filo, anche passati alcuni minuti. Hanno una memoria di ferro.

Ad un certo punto si sfiora il disastro. Uno di loro si scompone e trattiene a stento una risata. Gli altri due, neanche si fossero messi d'accordo, coprono il tutto con un coretto di colpi di tosse, rantoli e schiocchi di lingua.

Si alzano quando si devono alzare, si siedono quando si devono sedere.

- "Scambiatevi un segno di pace"
Ecco, si girano, si guardano, si danno la mano. E uno di loro invece di dire "Pace":
- "Vieni al campo dopo, che te la do io la pace".
E i sorrisini beffardi si sprecano.
La comunione non la fanno, ci mancherebbe, commentano le signore in fila, loro.
Di lì a poco, finisce il rito e sono i primi ad uscire.

Al corteo funebre non c'erano...chissà dove erano andati.



martedì 15 maggio 2012

Mai dire buongiorno

Mi sveglio.
E' suonata la sveglia almeno 5 volte. Anche lo snooze si è stancato di ripetersi ormai.
Quindi inevitabilmente apro gli occhi.
Il primo pensiero: sono già in ritardo.
Il secondo pensiero: tra poco sarò in ufficio e verrò travolta dalla valanga di cose da fare, finirò nel vortice di eventi per venirne risputata fuori tutta masticata come un vecchio chewing-gum (quindi indurita e completamente priva di sapore) solo a tarda serata.

Più di due pensieri consecutivi poi non riesco a farli, e il corpo prende il sopravvento con i suoi bisogni primari. Mi alzo e passo da un piacevole e comodo letto, alla ciambella del cesso. Il passaggio è traumatico.
Espletate le funzioni corporee primarie (la numero e la numero 2), infilo sotto la doccia bollente nel tentativo di liquefarmi (vedi post di un po' di tempo fa). Ed ecco l'altra delusione: non succede MAI. E quindi sono costretta ad uscire dal box, vestirmi, truccarmi. Rendermi presentabile.

E vi garantisco che è un'operazione ogni giorno più umiliante. Quanto era bello il tempo in cui il mio volto giovane non aveva bisogno di niente, era illuminato di luce propria. Oggi con il make-up devo star attenta a mettere dei punti luce dove c'è da valorizzare, e creare zone d'ombra dove c'è da nascondere. Non ho un viso, ho un monolocale male arredato.
E tutto questo con ancora in testa, costante leit motiv di questi momenti, il secondo pensiero fatto appena sveglia.

Sono lontani i tempi in cui mi svegliavo con la voglia di fare (fare cosa, a voi la libera interpretazione). Anche perché di solito mi svegliavo tardi, di buon umore, e se ero stata brava la sera prima, nel letto c'era anche di che renderlo migliore.

Tutto questo per dirvi: buongiorno un cazzo. Ecco.


venerdì 11 maggio 2012

Abbastanza non è abbastanza per me

La piccola me
La parola "abbastanza" è una condanna per me. E' una croce che mi trascino dietro.
E' il peso che non mi toglierò mai. La mia zavorra.
Sono sempre stata (o non stata) abbastanza.
Da piccola ero abbastanza carina, ma non ero una di quelle bimbette che riempiresti di baci.
Un po' più cresciutella, prima dello sviluppo, ero abbastanza un maschiaccio, ma non abbastanza per giocare a calcio con i maschi, e quando smisero di fare la squadra mista (maschi e femmine) fui costretta a smettere.
Poi arrivò la pubertà, lo sviluppo, ed ero abbastanza brutta. No, non è vero, forse quello è stato l'unico momento in cui ero pienamente qualcosa. Orribile. Se non fosse stato per gli anni di apparecchi per i denti, oggi non avrei questo volto.

A scuola non ero abbastanza attenta, abbastanza impegnata. Però ero abbastanza brava nelle lingue straniere, e abbastanza intelligente da poter sperare in un buon impiego. Scrivevo abbastanza bene tanto da vincere un premio di poesia. Ma non abbastanza da crederci troppo.

Ballerina dall'età di sei anni, ero abbastanza talentuosa. Se mi spaccavo la schiena e ingoiavo quantità infinite di rospi, forse, e dico forse, potevo aspirare a fare la ballerina di fila.
Ho dato il sangue, altro che sudore. Ho dato sangue, tendini e cartilagini, ore ed ore ogni giorno in sala prove, per vedermi sempre passare avanti ad entrare in compagnia (la compagnia di danza della quale la mia insegnante era coreografa e fondatrice, e alla quale aspiravo, facendo anche da "panchina" quando necessario) ragazze più talentuose, o più leccaculo.

All'università ero abbastanza brava, quasi molto, ma non abbastanza da farmi sponsorizzare per quel master in Francia...

Adesso ho una vita abbastanza soddisfacente, abbastanza carina, abbastanza buona. Un lavoro abbastanza buono.

Ecco. E mi sono anche abbastanza rotta le palle.

venerdì 27 aprile 2012

Non crederci troppo

Né alle persone, né alle loro parole.
Quanti abbagli presi.
Cosa comportano gli abbagli?
Comportano rimanere accecati per qualche secondo. Secondi spesso fatali, secondi nei quali lo schianto contro il muro diventa inevitabile.
E non mi venite a dire che è caratteristica femminile non saper guidare.Che qui gli schianti sono metaforici.
Certo è che, da quando hanno inventato l'iphone, stare al cellulare è quasi più rischioso per gli schianti metaforici che per quelli fisici.
Così ho coperto il mio cuore con un bel guscio Meliconi. E se prima soffrivo, ora rimbalzo.
Il dolore è minimo, ma rimanere attaccati a qualcuno è quasi impossibile.

O forse mi illudo. Tutto questo avviene solo nella mia fantasia. E soffro.
(e di gente che è riuscita ad infiltrarsi dentro il guscio Meliconi, per fortuna, ce n'è)

venerdì 20 aprile 2012

Troppi interessi.

La musica.
Il cinema.
I libri.
I fumetti.
L'arte.
La tv.
Le serie tv.
Il vino.
La birra.
Il tè.
I buoni ristoranti.
Le amicizie.
I viaggi.
Il sesso.
La depilazione definitiva.
I sogni.


E solo per dirne un po'.
Ecco "la lista della lavandaia", senza ordine di importanza o di tempo dedicato.
La frustrazione di non approfondire nessuno di questi interessi è enorme. L'idea di abbandonarne alcuni è lacerante.

Sono la tipica persona che sa un po' di tutto, e non sa niente per bene.
Fustigatemi. Rinchiudetemi nella torre più alta. Inventate un girone dantesco solo per me (sì, il mio ego si spinge a tanto).

Avere molte personalità all'interno di un solo corpo, ed ognuna di loro ben distinte, non rende la cosa più facile. Ma di questo...magari...ne riparliamo. Ok?

martedì 13 marzo 2012

Il piacere.

Parliamone.
Cosa è il piacere. Cosa vuol dire e come ce lo procuriamo.
Non so voi, ma posso dire come mi procuro il mio.
In effetti il piacere è qualcosa di molto soggettivo, e quindi anche la sua individuazione (che potrebbe anche voler dire dove trovarlo in un individuo) può essere difficile. Alla fine da queste parti si dice "Tutti i gusti son gusti, disse quello che pocciava le palle del letto"...e con questa citazione popolare, potrei anche chiudere qui il post e andare a cena.
Ma torniamo a me. (e dai lettori si alza il lamento: "eeeehhhh...egocentrica....sempre te, solo te....abbassa la cresta bbella!" e io: "oh ma che cazzo volete, il blog è il mio, e poi se non ero egocentrica neanche lo aprivo un blog, in fondo se lo faccio è per farmi leggere, anche da degli stronzi come voi, e soddisfare il mio ego, no???")
Dicevo...cosa vuol dire il piacere e come me lo procuro.
Non lo spacciano all'uscita delle scuole, e raramente nelle discoteche. Intanto. (credetemi, il sesso occasionale che si trova nei locali a me non hai mai soddisfatto particolarmente)
Per me il piacere è tale quando appaga uno o più dei miei sensi.
La vista: un bel panorama dalla vetta raggiunta dopo una camminata in montagna o dopo un'arrampicata, una mostra di fotografia, o di un'artista in genere che mi interessi, la lettura di un buon libro, un bel culo che passa per strada, guardare la neve che cade, fissare per ore la gatta che dorme.
Il tatto: scegliere un vestito in un negozio toccando la stoffa per capire se ci piacerà averla a contatto con la pelle, il freddo della bottiglia di birra ghiacciata in piazza nelle sere d'estate con gli amici, accarezzare la mia gatta, delle labbra umide che mi sfiorano, mangiare l'arrosto con le mani, sentire l'erba fresca sotto i piedi, arrampicare sulla roccia e sentire le dita aggrapparsi a due millimetri di sporgenza come fossero un maniglione anti-panico.
Il gusto: degustare il tè caldo nelle sue diverse tipologie, così come le birre, o il vino, del cioccolato fondente amaro il più possibile che ti si scioglie lento tra la lingua ed il palato, leccare la stagnola dello yogurt, il retrogusto amarognolo della mia rossa doppio malto preferita, il gusto che ti rimane in bocca dopo il sesso.
L'udito: i miagolii gutturali della mia gatta quando mi chiede le coccole, la musica rock ad alto volume "fin quando lo stereo la può sopportare" (citando Daniele Silvestri), il concerto per violino in mi minore op.64 di Mendelssohn, i fischi del vento quando tira forte e io sono sotto le coperte, le volgarità dette a letto nell'impeto della passione, una fragorosa risata.
L'olfatto: questo è il senso che preferisco, capace di rievocare addirittura i ricordi degli altri sensi...annusare un vino nuovo, l'odore della pelle di una persona nell'incavo tra il collo e la spalla, l'erba appena tagliata che mi riporta alle domeniche mattina di quando ero piccola, l'asfalto bagnato dopo una pioggia estiva, il profumo del sottobosco di quando andavo a cercare il terriccio con mio padre, la puzza di cane bagnato, la carne alla brace, la polvere dei libri in biblioteca quando studiavo. Potrei andare avanti per ore e fare un elenco solo di odori che mi piacciono e mi provocano subito piacere.
Ecco, ci sono alcune attività che sono capaci di procurare un piacere immenso, sapendo combinare e stimolare più sensi contemporaneamente. Queste attività sono: mangiare, e fare sesso.
(e qui sento di nuovo i lettori: "eeeehh...ma te c'hai 'na fissa...pensi solo a quello...sei una porca". E io: "oh! porca a chi?? guardate che vi querelo tutti! andate a mangiare al McDonald's con un cesso che non ve la darà e smettete di rompermi le palle!"...a proposito, credo che non possa andare avanti così questo rapporto, diamoci tutti una calmata, che ne dite?)
(sì sono pazza e sto facendo tutto da sola, ne sono consapevole)
Vedere una persona mangiare, capire come mangia e come utilizza i propri sensi, può dare molte indicazioni di come farà sesso. Diffidate di chi sceglie il piatto che ritiene più rassicurante, non sarà una persona capace di osare. Diffidate da chi viviseziona il cibo come se stesse facendo un'operazione chirurgica, perché anche a letto sarà incline a "schifarsi" per un niente. Evitate come la peste chi trangugia tutto senza respirare fino a sazietà raggiunta, perché anche a letto farà lo stesso, e il sesso sarà un'arruffata e poco appagante corsa al raggiungimento dell'orgasmo. Ancor peggio chi non presta attenzione al piatto che ha davanti, e se glielo portano con un'impiattatura interessante non ci farà affatto e caso e lo rovinerà ancora prima che tocchi il tavolo; ecco...faranno così anche davanti al partner, scelto per soddisfare un bisogno, e non perché piace. Aborrite chi non ha il coraggio di sporcarsi le mani, o di annusare tutto per poter godere anche di quelle sostanze volatili che altrimenti andrebbero perse. Queste persone a letto avranno mani inesperte e poco intraprendenti, e forse si lavano poco (o troppo, se ossessionati dagli odori in senso opposto).
Insomma. Per concludere, dato che già sento che vi lamentate perché l'ho fatta troppo lunga. Non bisogna vivere per piacere, ma per il piacere, e procurarsene il più possibile finché ci è possibile. E fate sesso con chi condivide il vostro modo di stare a tavola. Ci sono ben più alte probabilità di intesa.

venerdì 9 marzo 2012

Anni '80...per non dire altro.

Io gli anni '80 li ho vissuti, tutti tutti.
Ma ero piccola (non che ora sia altissima...), essendo nata nel 1980, quindi li ho vissuti facendomeli entrare nella pelle senza capirli. Sono una figlia di quegli anni e come ogni figlia, li capisco solo ora, raggiunta l'età della ragione. Ragione...sì vabbè, se poi vogliamo discutere sulla veridicità di questa espressione si apre un altro capitolo e non parlo degli anni '80.
Grazie ad un utente twitter, mi sono ritrovata a pensare ai Big Babol. Credo che se oggi riesco a masticare carne dura come cuoio, a serrare la bocca per evitare di dire cose che non dovrei, o a sganasciarmi come un serpente, è grazie all'allenamento fatto con quelle gomme da masticare. Ve lo ricordate poi che bolle si riuscivano a fare?? Quanto era più bello... E i sapori... Impazzii quando uscirono quelli con la pappetta scoppiettante dentro.
Degli anni '80 ricordo anche il mio giradischi, ed il primo 45 giri che mi comprò mia madre che non fosse di un cartone animato: Luis Miguel - Noi Ragazzi di Oggi.

Poi uno si domanda perché sono cresciuta così...

Ricordo il mio primo poster pseudo-erotico, a 6 anni, in cameretta. Era una foto di Simon LeBon a petto nudo. Mia madre quando vide che l'avevo attaccata al muro andò su tutte le furie e me la fece staccare. Ci rimasi malissimo, ma credo che le girassero soprattutto per lo scotch sull'intonaco...
I miei anni '80 sono stati quelli del "Drive In", con Vito Catozzo e il paninaro (nonché il Tenerone...Piiiippo pippo pippooooo). Dei film trash tipo "Grandi Magazzini". Di "Colpo Grosso", che quando rimanevo a dormire dai compagni di scuola, lo guardavamo di nascosto e poi ridevamo con il naso per non farci sentire.
Sono stati anche gli anni in cui mia mamma la domenica mattina faceva le pulizie mettendo i vinili di Genesis e Alan Parsons Project. (e qui però si spiegano anche altre cose).

Ricordo con dolore la fine di quella decade con il grande Milan di Arrigo Sacchi ed il tridente olandese. Ricordo il sopraggiungere della pubertà e della prima fase di ormoni in subbuglio in contemporanea con gli anni '90... Le prime vere boyband ed il grunge, rispettivamente sostegno dei miei primi sogni erotici e dei miei primi disagi adolescenziali.

E poi mi trovo in fondo a questo post, a rileggerlo per correggere eventuali refusi (che non vedo mai e me ne accorgo solo dopo aver già pubblicato) e mi rendo conto di aver scritto una sfilza di banalità. Questi sono stati gli anni '80 di tutti, con qualche ricordo in più o in meno, con esperienze di vita leggermente diverse da collegare ad ognuno di questi fatti. E invece mi ribolle dentro tutta un'incazzatura che vorrebbe esplodere ma che io soffoco. Ecco. Forse ho scritto un post così poco personale perché se oggi mi apro puzzo di acredine, rabbia e delusione.
Quindi tenetevi questa pappardella sugli anni '80. Anzi, se avete da aggiungere cose, fate pure. Scarabocchiateci pure sopra.

mercoledì 15 febbraio 2012

7 sassolini

Torno a scrivere dopo un po'.
Sono stata impegnata, poi demotivata, poi distratta e ora malata.
Ecco, da malata ho trovato la condizione ideale per tornare a scrivere. E in questo post ho voglia di togliermi un po' di sassolini dalle scarpe.:
1- curare un blog non mio (quello dell'azienda) mi ha inaridita; scrivere cose che non sento e che non penso mi esaurisce più di quanto credessi;
2- la neve sta bene in montagna, qui rompe il cazzo e basta;
3- sto leggendo un brutto libro, e mi sono impuntata, voglio finirlo; dire perché è brutto è come spiegare perché invece ...non so... perché "Cime tempestose" è stupendo; è un libro scritto da una persona che conosco, e quindi non dirò altro solo perché non voglio ferirlo, ma è scritto come se fosse stato usato il Bignami di una scuola di letteratura, con una scrittura banale, non creativa, seguendo i cliché dello scrittore in erba;
4-  Adele che ha vinto ai Grammy ben 6 awards mi fa pensare che vi piace davvero tanto deprimervi oh...per carità...gran voce...ma è troppo, troppo lamentosa e triste...
5- provo sentimenti omicidi nei confronti di chi mi dice quelle cazzo di frasi new age tipo "sorridi che la vita ti sorriderà", "sii felice e risplendi sotto il sole perché lui è lì per darti calore e gioia", "se affronti il giorno con il sorriso tutto sarà più facile"....cazzate...inutili cazzate...star lì con quei sorrisi beoni a farsi scivolare le cose addosso perché "c'è tanto per cui valga la pena essere felici" è il modo più semplice per farsi inculare ed esserne pure grati...che in ambito puramente sessuale può piacere o meno, ma in senso metaforico non è una gran cosa;
6- Guglielmo Scilla si è perso nei meandri delle marchette, delle leccate di culo, dei facili guadagni e delle lusinghe false e approfittatrici; chi è? è uno youtuber, uno che è diventato famoso grazie a video simpatici e irriverenti, a improbabili travestimenti e alla capacità di essere specchio riflettente (e che fa riflettere) della sua generazione; poi ha fatto la prima vera serie web italiana, Freaks, co-producendola con altri youtubers veramente bravi (adesso mi sorge il dubbio, forse più bravi di lui?) e sfondando definitivamente; da lì una trasmissione a radio deejay, un film con quel viscido di Boldi e tra poco in uscita un libro, edito Feltrinelli (cosa che mi fa accapponare la pelle) con "Le dieci regole per far innamorare"...scritto da un single...di 25 anni (o giù diu lì..non so l'età esatta)...cioè...ma che cazzo ne sa? è così evidente anche solo dal titolo che è un libro richiama-fighettine adolescenti; oggi un libro lo fanno scrivere a chiunque basta che abbia già quel bacino di utenza che garantisce la vendita di almeno quelle migliaia di copie perché il gioco valga la candela...i suoi video stanno peggiorando, ormai tanto lo guardano comunque, ha le adolescenti sbavanti che lo idolatrano, potrebbe fare un video scaccolandosi e basta, e avrebbe milioni di visualizzazioni comunque...mi dispiace dirlo...ma la sua creatività l'ha venduta, neanche al Dio Danaro, ma al Dio Visibilità...non mi stupirei a vederlo tra qualche anno all'Isola dei Famosi;
7- vorrei scrivere è vero, ma visto il punto 6, sono certa di due cose, ovvero che non ho quel bacino di utenza necessaria a farmi pubblicare e che non vorrei mai (in caso di un'eventuale pubblicazione) finire a riempire gli scaffali con improbabili pagine come il libro di cui al punto 3...ce ne sono già troppi di incompetenti in giro con la convinzione di essere degli artisti...lo vedo anche intorno a me, nel ristretto ed esclusivista circolo di personaggi improvvisatisi artisti della mia città...sono tutti dj, fotografi, scultori, attori...ridicoli piccoli figuri che si vomitato parole e lusinghe l'uno sull'altro, autoalimentando la loro convinzione di incompresi geni.

Ah, per chi ogni tanto me lo chiede, sì, sono sempre incazzata io. Ma è un'incazzatura in senso lato...è un'attitude, un modo di prendere le cose...è un approccio critico, di petto a tutto ciò che mi circonda...in realtà rido moltissimo e molto spesso...quindi (vedi punto 5), non c'è bisogno che mi suggeriate di sorridere ok?

Bonnie